Nel suo lavoro Barbara Crimella cerca di ritrarre l’anima come un nostro respiro mentale vivente. Questo senso dell’anima è simboleggiata da una piega.
Le “pieghe” sono un leitmotiv nel suo lavoro, costituiscono un sorta di mappatura dei movimenti dell’anima, segnando la sua presenza in molteplici modi e in più luoghi. Queste pieghe sono istantanee che riflettono il continuo movimento dell’anima, il suo flusso, mentre risponde ai nostri mondi interiori ed esteriori e li collega in modo variabile l’uno all’altro.
L’anima gioca a nascondino con se stessa, si inventa e si adatta.
A volte l’anima si nasconde e cerca di ignorare un’esperienza che non vuole vedere, essere. Seppellisce l’esperienza all’interno, tra le pieghe dove può essere dimenticata.
Altre volte l’anima cerca di aggrapparsi a un’esperienza, a mantenerla, ad accentuarla. La piega poi si apre e apre ancora, per rivelare, rimodellare l’esperienza e renderla più prominente, più evidente ed accessibile, ricordandola.
In questo modo, l’artista usa la piega come simbolo dell’anima, e le sue pieghe sono il leitmotiv della duplicità dell’anima.
Le pieghe condividono quindi una caratteristica comune: si piegano e si aprono, ignorano e rivelano. In questo modo riflettono le emozioni commoventi dell’anima.
Barbara Crimella esplora la nostra connessione in noi stessi, tra i nostri stati interiori ed esteriori. E la nostra connessione con l’esterno, il nostro ambiente – qui, l’artista vede la natura come il nostro rifugio più sicuro e la nostra casa.
La natura è il nostro ultimo riferimento, il luogo perfetto dove la verità è bellezza. Qui possiamo trovare e raggiungere uno stato di “comunione elevata”, di lucida armonia. In questo stato di consapevolezza intensa siamo in grado di contemplare, recuperare, il nostro senso dell’essere – la nostra anima.
Questo senso dell’essere riguarda il connettere i nostri stati interiori ed esteriori: essere i nostri sé eloquenti.
E si tratta di connettersi con la natura, diventare parte del respiro della natura, del suo equilibrio e del suo ordine generoso.
Barbara Crimella chiama questo spazio di “silenzio isolato” IL TEMPO SOSPESO.
Georgina Turner